SANTA MARIA ASSUNTA

nella Cattedrale

Alcuni recenti scavi archeologici (anni 2011 e 2012) confermerebbero che almeno una parte dell’ampio spazio occupato dal complesso episcopale – la cattedrale, il battistero, l’episcopio, gli edifici canonicali – era sede di culto cristiano tra i secoli IV e V. L’attuale Cattedrale, chiamata dai padovani con il titolo di Duomo, è il quarto degli edifici che nel corso dei secoli si sono succeduti: bruciata durante le invasioni degli Ungari nell’alto medioevo, distrutta da un terremoto nel 1117 ed eretta nuovamente secondo i canoni dell’architettura adriatico-ottoniana; quest’ultima chiesa venne “inghiottita”, a partire dal Cinquecento, con l’avvio di un enorme cantiere che principiò con l’ampliamento della zona presbiterale – sorto sul disegno di Michelangelo Buonarroti, approvato nel 1551 dall’Amplissimo Capitolo dei Canonici – e che poi proseguì con la costruzione di un grandioso complesso, che andava occupando lo spazio dell’antica fabbrica medievale, via via demolita. Il Duomo fu portato a compimento nella seconda metà del Settecento; ne riuscì una delle più grandi chiese cattedrali del nord Italia. Il 25 agosto 1754 il vescovo Rezzonico la consacrò solennemente, ricevette in seguito il titolo di Basilica Minore, mentre all’Amplissimo Capitolo furono concessi da papa Benedetto XIV i privilegi dei Capitoli delle Basiliche romane. La facciata rimase incompiuta. Danneggiata gravemente durante i due conflitti mondiali, la Basilica Cattedrale è stata oggetto di opere di adeguamento liturgico tra gli anni 1997 e 2000. Il grandioso edificio a tre navate, con transetto e profondo presbiterio, è coronato da due cupole di cui la maggiore raggiunge l’altezza di quasi sessanta metri. L’interno vanta numerose opere d’arte frutto di celebri mani tra cui Tiepolo, Parodi, Balestra, Morlaiter. Del passato medievale, si conserva, oltre agli edifici canonicali e le importanti strutture dell’episcopio, il battistero decorato da uno dei più straordinari cicli a fresco del XIV secolo, opera di Giusto de’ Menabuoi.

IL BATTISTERO

e gli affreschi

Le fondamenta del Battistero di Padova, dedicato a San Giovanni Battista, furono gettate la vigilia di San Martino, il 10 novembre 1260, sull’area di un più antico battistero, la cui preesistenza è accertata nel 1171. La costruzione venne modificata nel tardo ‘300 quando Fina Buzzaccarini, moglie di Francesco il Vecchio Da Carrara VI Signore di Padova, chiedeva, nel suo testamento, di esservi sepolta. Soprattutto si intervenne sui 4 ingressi originari. Si ridusse allora il varco principale dell’ingresso aperto nella parete occidentale verso il chiostro del 1310, accesso da cui entravano i catecumeni per essere battezzati, per collocare su quel muro il sarcofago della nobildonna, e si venne a murare l’accesso meridionale. Infine la sistemazione del 1393 della tomba monumentale di Francesco il Vecchio al centro della costruzione, al posto del fonte battesimale, portò all’esaltazione in termini di unico accesso della porta orientale (aperta sul sagrato) da cui i neofiti uscivano per accedere, da battezzati, alla Cattedrale. Il battistero venne perciò trasformato in mausoleo o memorial carrarese. Questa trasformazione fu però di breve durata perché la caduta della Signoria e l’avvento di Venezia nel 1405 portarono alla eliminazione dei loro monumenti funerari di cui alcuni resti (i grifoni) sono conservati nel museo civico. Poco dopo il 1405 o intorno al 1443 Giovanni da Firenze ripristinò il fonte battesimale al centro del battistero.

L’anno 1375 o 1376 Giusto de’ Menabuoi, per committenza di Fina Buzzaccarini, poneva mano alla grandiosa impresa decorativa di affresco che si presume conclusa nel 1378.

Gli affreschi con cui è decorato il Battistero sono considerati il capolavoro di Giusto de’ Menabuoi. Giusto riprende esperienze romaniche e bizantine (Cristo Pantocratore), inserisce stanze illusionisticamente dipinte (Profeti ed Evangelisti), descrive elementi di naturalezza (i servitori nelle nozze di Cana) tanto che queste scelte stilistiche hanno suggerito la considerazione che Giusto sia forse l’unico pittore del Trecento che ha la consapevolezza di scegliere via via quale linguaggio adoperare.

CORO SAN PROSDOCIMO

CAPPELLA MUSICALE
della Cattedrale di Padova

Basilica di Santa Maria Assunta nella Cattedrale

Via Dietro Duomo 5,
34139 Padova